Siamo al punto in cui c’è l’irrimediabile necessi- tà di recuperare una di- mensione più complessa. Dove la delega ai saperi torni ad essere la via maestra di una società che punti il suo destino sulla competenza, sul merito, sui saperi». È con questa riflessione che Alessandro Barbano, direttore de Il Mattino per oltre sei anni, ha aperto il dibattito sulla sua ultima fatica letteraria: «Troppi diritti. L’Italia tradita dalla libertà», un saggio, edito da Mondadori, che analizza in maniera rigorosa, attraverso una luce originale, alcuni aspetti delle moderne democrazie occidentali.
Il libro è stato presentato ieri nell’aula magna Unifortunato, l’ateneo tele- matico, in collaborazione con il Lions Clubs International distretto 108 YA ed il Lions Club Benevento Host. «Un titolo che colpisce; ai limiti della provocazione – ha commenta- to nel corso del proprio intervento, il Rettore dell’Unifortunato, Angelo Scala -, soprattutto se lo contrapponiamo alla continua erosione di alcuni diritti, come quello del lavoro, della salute, del movimento, a cui assistiamo oggi. Tuttavia, la riflessione lanciata dall’autore non è in contrapposizione con questa visione della società, ne costituisce semplicemente l’altra faccia della medaglia. In una quotidianità in cui gli ultimi, gli emarginati perdono diritti, vi è una massa urlante che pretende a prescindere, solo per il fatto di sentirsi appartenente ad un gruppo. Ormai tutto è valutato secondo un modello quantitativo, abbandonando qualunque valutazione qualitativa». Ed è una sorta di scontro tra due visioni di società che Barbano evidenzia nel suo saggio. Una dimensione a cui si
è giunti «dopo che – ha spiegato l’autore – la retorica distruttiva ha annientato, pezzo dopo pezzo, la no- stra democrazia, parlando della classe dirigente come di una elite da scalzare o dipingendo il dibattito, la mediazione politica, come inciucio e imponendo infine un pericoloso analfabetismo istituzionale».
La sola via d’uscita, secondo Barbano, è affrancarsi da quello che de- finisce «dirittismo», tornando a legittimare le differenze, facendo in modo che i migliori vadano alla guida del Paese, perché «esiste un punto in cui l’affermazione dei propri diritti diventa arrogarsi dei privilegi se il diritto non è accompagnato dall’aver precedentemente assolto a un dovere. Nella società dei diritti, i doveri so- no scomparsi dal dibattito, relegati nella sfera dell’etica».
Una criticità che secondo Clemente Mastella, sindaco di Benevento, è stata determinata in parte dal vuoto di rappresentanza politica che ha caratterizzato le vicende della società italiana degli ultimi anni. «Forse se si fosse scelto meglio la classe dirigente – ha dichiarato l’ex guardasigilli – non saremmo arrivati a tanto. Una dimensione in cui se, da innocente, resti intrappolato in una gogna mediatica, sei finito. Quando questo processo terminerà ovviamente nessuno può dirlo, ma è necessario avviare un percorso in cui la democrazia dei peggiori venga finalmente scalzata da quella dei migliori».
Perché siamo giunti a questo pun- to? Barbano individua nella manca- ta gestione dell’avvento tecnologico una possibile risposta. «Non si è saputo governare quel processo, così la tecnologia ha trasformato tutta la sfera del possibile in giusto». Tutto ciò che è divenuto realizzabile è stato affrancato da una valutazione etica e dunque da una riflessione di giu- stizia. Siamo dunque a un punto storico di saturazione, in cui la battaglia per i diritti avviata a inizio Novecento, «si è trasformata da carburante per le democrazie occidentali in fucili puntati contro di essa».
IL MATTINO del 5 Giugno 2018 IL MATTINO del 5 Giugno 2018
A cura del Dott. Alfredo Salzano – Responsabile ufficio stampa e comunicazione Unifortunato
