La Shoah è un capitolo oscuro e tragico della storia umana che mai dovrà essere dimenticato. È un periodo in cui la follia dell’ideologia nazista portò alla persecuzione e all’annientamento di milioni di persone innocenti, principalmente ebrei, ma anche altri gruppi marginalizzati come i Rom, gli omosessuali e i disabili.
Tra le numerose testimonianze che emergono dalla Shoah, quella di Lia Levi si erge come un racconto straordinario di resilienza e coraggio,. Al principio degli anni 40′ la famiglia si stabilì a Roma, ove la scrittrice vive ancora oggi. Da bambina dovette affrontare i problemi della guerra e della persecuzione razziale. Dopo l’8 settembre 1943 riuscì a salvarsi dalle deportazioni nascondendosi con le sue sorelle nel collegio romano delle Suore di San Giuseppe di Chambéry.
La testimonianza di Lia Levi, invitata dall’Università Giustino Fortunato nell’ambito del Laboratorio “Shoah: memoria, didattica e diritti“, è preziosa non solo per la sua esperienza personale, ma anche per la sua capacità di trasmettere l’orrore e la sofferenza che ha vissuto. Le sue parole offrono uno sguardo intimo sulle atrocità commesse nei campi di concentramento nazisti, evidenziando la deumanizzazione, la fame, il freddo, la violenza e l’indifferenza nei confronti della vita umana.
“Testimoniare è trasmettere un’emozione, incontrare tanti studenti è un grandissima gioia, ma c’è sempre il timore di ripetersi e invece no perché la memoria è creativa, non è ferma – ha dichiarato Lia Levi – Ogni giorno incontro tanti giovani e debbo dire che conoscono la storia. Quella pagina è una ferita alla civiltà”.
La storia di Lia Levi non è solo una narrazione dei fatti storici, ma anche un resoconto personale dei sentimenti, delle paure e delle speranze che ha vissuto durante quel periodo. Attraverso le sue parole, si percepisce l’angoscia e il costante senso di pericolo che ha dovuto affrontare. La sua è una testimonianza dell’immensa resilienza e forza di volontà dimostrata dai sopravvissuti all’Olocausto.
Nonostante l’indicibile terrore che ha affrontato ogni giorno, Lia Levi ha trovato la forza di resistere, mantenendo la sua umanità intatta. Ha testimoniato come, nonostante le condizioni estreme, l’amore e la solidarietà tra gli internati abbiano rappresentato una fonte vitale di speranza e sostegno reciproco. La sua testimonianza ci ricorda l’importanza di preservare la memoria storica e di impegnarci affinché eventi come la Shoah non si ripetano mai più. Ci invita a riflettere sulle conseguenze devastanti dell’odio e della discriminazione, spingendoci a combattere ogni forma di pregiudizio e intolleranza nella nostra società.
Nel corso dell’incontro è stato conferito a Levi il Fortunato d’oro 2023, riconoscimento che viene assegnato ad esponenti del mondo della cultura.
Una giornata ricca di emozioni per l’Università Giustino Fortunato che da anni è impegnata nel ricordo delle vittime della Shoah.