Lunedì 6 gennaio 2023 si è tenuto, all’interno del Laboratorio accademico sulla Shoah promosso dall’Università Giustino Fortunato, l’incontro con David Fiorentini – Presidente nazionale unione giovani ebrei d’Italia, che rappresenta circa 4000 giovani ebrei dai 18 ai 35 anni.
“Al centro di tutto ci deve essere la voglia di stare insieme, un senso profondo di comunità. Quello è il punto di partenza, il prerequisito essenziale. Uno spirito positivo e propositivo”.
È l’impostazione che David Fiorentini, neo presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia, intende dare al suo mandato. Il primo, nella storia dell’organizzazione, che avrà durata non annuale ma biennale.
“Principalmente abbiamo una funzione aggregativa – ha dichiarato David Fiorentini – di organizzazione di eventi per i giovani ebrei, eventi culturali, viaggi all’estero in Israele. Allo stesso tempo si tratta di rappresentanza istituzionale, quindi interfacciarsi con amministratori locali, con Ministeri proprio per mostrare quali sono le difficoltà che incontra la comunità ebraica in questo periodo e far vedere le istanze dal punto di vista giovanile.
“Abbiamo anche un nostro giornale dal titolo “la speranza” – ha continuato David Fiorentini – attraverso il quale cerchiamo di proporre nuovi contenuti di cultura, di attualità, sempre dal punto di vista di un giovane ebreo italiano. Essendo una comunità molto ristretta cerchiamo di far valere i nostri punti di vista”.
Dopo un breve excursus sull’antisemitismo David Fiorentini ha messo in luce che il 68% dei cittadini europei non conosce affatto la cultura ebraica, costumi, tradizioni. Si parte quindi non un sentimento di non conoscenza del diverso. Da qui si crea quell’ambiente, quel terreno fertile su cui è più facile costituire pregiudizi, violenze e persecuzioni.
“Abbiamo un ulteriore progetto – conclude David Fiorentini – che cerca di dare una visione più comprendibile. In tutta Europa ci sono le cosiddette “pietre d’inciampo” che sono poste dinanzi le case dei deportati. Da due anni abbiamo avviato una campagna dal nome “Restaurare la memoria” con lo scopo di ripulire la pietra e di leggere le storie di quelle persone che sono commemorate dalla singola pietra”.
Lo scopo del laboratorio sulla Shoah, ha sottolineato il coordinatore del corso, Prof. Paolo Palumbo: “è permettere allo studente di avere gli strumenti interpretativi e le capacità critiche per una conoscenza approfondita della storia del genocidio ebraico, delle persecuzioni razziali e delle politiche pubbliche della memoria e quest’anno saremo accompagnati nella riflessione da illustri ospiti e relatori che sono quotidianamente sono impegnati per custodire e tramandare la memoria della Shoah”.