GENDER GAP E STEREOTIPI DI GENERE

È appena uscito e divenuto disponibile il libro “Gender gap e stereotipi di genere”, pubblicato dal Prof. Emiliano Marchisio con i tipi di Armando Editore.

L’Autore affronta il problema osservando come il gender gap, cioè il sistematico prevalere, nei mercati del lavoro e delle professioni, degli uomini sulle donne sia in termini di reddito che di progressione di carriera, rappresenti un problema diffuso e rilevante, in Italia e all’estero. Appare poco rassicurante, in particolare, che l’Italia si posizioni al 79mo posto, su 146 Paesi, nel Global Gender Gap Index redatto dal World Economic Forum per l’anno 2023.

Il gender gap persiste nonostante una articolata disciplina a presidio dell’uguaglianza formale sostanziale tra i generi, come testimoniato dai dati statistici a disposizione, richiamati nell’opera. L’Autore, pertanto, si interroga su quali siano le ragioni di tali differenti valori aggregati e il motivo per cui esse sfuggano agli obblighi e ai divieti stabiliti per legge a presidio della parità di trattamento tra i generi.

Le ragioni del gender gap si rinvengono, soprattutto, in uno stereotipo culturalmente attestato e rilevato dall’ISTAT quale “prassi di negoziazione interna alla coppia nella distribuzione degli impegni di lavoro e di cura della famiglia”. Insomma: nel “ruolo”, socialmente imposto, alla donna di accudimento domestico e familiare.

Sulla base di tale rilevazione, l’Autore si interroga sulle strategie maggiormente utili a disinnescare i presupposti del gender gap, osservando come l’obiettivo di lungo periodo non possa limitarsi alla predisposizione di regimi di favore o di supporto a singole donne o gruppi di donne ma debba, invece, procedere all’emancipazione dagli stereotipi dell’intero genere femminile, mediante un ripensamento dell’organizzazione sociale. Ciò a partire dagli aspetti dell’attuale organizzazione e disciplina dei mercati del lavoro e delle professioni originariamente ideati dagli uomini e per gli uomini.

Come notato anche da Claudia Goldin, economista statunitense,vincitrice del Premio Nobel per l’economia nle 2023 “per aver migliorato la nostra comprensione dei risultati del mercato del lavoro femminile”, leggi antidiscriminazione e manager imparziali possono contribuire alla soluzione del problema ma non sono sufficienti a raggiungere l’obiettivo dell’uguaglianza di genere nei mercati del lavoro e delle professioni e dell’equità all’interno delle coppie eterosessuali. È necessario, invece, promuovere cambiamenti fondamentali al modo in cui lavoriamo e in cui valorizziamo le attività di accudimento domestico e familiare. A sostegno di tale tesi, l’Autore richiama il caso del mercato farmaceutico statunitense, nel quale il gender gap è stato superato in conseguenza delle evoluzioni tecnologiche e di mercato descritte nell’opera.

L’auspicio dell’Autore è che si proceda alla progressiva riduzione delle misure volte ad adattare le scelte delle donne a modelli disegnati sugli stereotipi di genere storicamente definiti dagli uomini ed a sviluppare, invece, nuove soluzioni che consentano a donne e uomini di svolgere la propria personalità a parità di condizioni, nella libertà dagli stereotipi e indipendentemente dalle differenze biologiche e dalle scelte procreative.

 

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