Nel tavolo di lavoro Agricoltura, dedicato al futuro dei sistemi agroalimentari, anche il Prof. Alex Giordano – docente di Marketing Management e Comunicazione d’Impresa presso l’Università Giustino Fortunato.
Una “Carta dell’uomo” che dia fondamento e rafforzi le carte dei diritti già esistenti e aiuti a rispondere al grande interrogativo che si pone il mondo in questo tempo di guerra e paura: “Come e perché vogliamo vivere insieme?”. È questo l’obiettivo del documento, che segue alla dichiarazione dello scorso anno e che sarà presentato da 30 tra Premi Nobel della Pace, scienziati, amministratori, manager e personalità, al termine del secondo World Meeting on Human Fraternity, organizzato dalla Fondazione Fratelli Tutti e che si svolgerà il 10 e l’11 maggio prossimo a Roma e in Vaticano.
Saranno circa 30 i vincitori del Premio Nobel che parteciperanno al “tavolo per la pace” e rilasceranno una “Carta dell’uomo” sulla convivenza fraterna. Dodici i tavoli di discussione, tra cui quello sul futuro dei bambini cui parteciperà anche Papa Francesco e quello sull’agricoltura che sarà chiuso dal Premio Nobel per la Pace RigobertaMenchuTum. Oltre al tavolo dell’agricoltura gli altri temi, che sono già al lavoro da quattro mesi, saranno cooperazione, sostenibilità e impresa, educazione, sport, salute, lavoro, amministrazione, digitale e informazione. Tra gli speaker previsti ai tavoli l’economista Jeffrey Sachs, il commissario tecnico della nazionale di calcio italiana Luciano Spalletti, l’amministratore delegato della Fiat Olivier François, il banchiere dell’economia virtuale Victor Ammer e lo scienziato Alex Giordano pioniere dell’innovazione tecnologica e sociale del sistema cibo.
Alex Giordano è considerato uno dei principali esperti di Social Innovation, Agritech e Digital Transformation applicata al settore agroalimentare ed è l’autore del libro “FoodSytem 5.0: Agritech, Dieta Mediterranea e Comunità” per Edizioni Ambiente. È professore associato di Economia e gestione delle imprese presso l’Università Giustino Fortunato e docente di Marketing e Trasformazione Digitale 4.0 presso il Dipartimento di Scienze sociali dell’Università Federico II di Napoli.
Dopo aver fondato RuralHub, primo incubatore di innovazione dedicato all’agricoltura nelle aree rurali e interne, con il progetto RuralHack (www.ruralhack.org ) continua a lavorare per la diffusione ed alla facilitazione di applicazioni di tecnologie 4.0 alle produzioni agricole di qualità caratteristiche del made in Italy. È coordinatore del gruppo tematico “Innovazione, Digitalizzazione, Akis, nuova impresa” del Comitato per la Nuova Programmazione Agricola (CNPA) della PAC presso Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania ed è direttore scientifico dell’evento nazionale Agrifood Future organizzato da Unioncamere e dalla Camera di Commercio di Salerno.
“Siamo immersi in un eccesso continuo di storytelling che cannibalizza e distrugge ogni concetto ed idea svuotandoli dei loro significati più profondi. Tra questi anche la parola “sostenibilità” pare sia diventato la panacea dell’opportunismo e la foglia di fico per coprire il perpetuarsi degli stessi modelli estrattivi che ci hanno portati al fallimento del presente. Vale la pena raccogliere l’invito del Papa e cominciare seriamente a lavorare in ottica di fraternità, un concetto che anche applicato alle dinamiche del foodsystem non può essere distaccato da una pratica autenticamente vissuta e condivisa di solidarietà. Lo sviluppo umano integrale, che comprende il benessere fisico, mentale e sociale, è fondamentale per la trasformazione dei sistemi alimentari. Ciò richiede un passaggio a pratiche sostenibili che diano priorità alla salute e alla dignità degli individui in armonia con il Pianeta. – ha affermato il Prof. Alex Giordano – Le tecnologie sono solo una delle tante tessere di un mosaico complesso, ma in questo momento storico possono essere determinanti e – quindi – pericolose. Il compito urgente di chi come me si occupa di innovazione è quello di rimettere urgentemente, con ogni mezzo possibile, nelle mani della comunità una cultura seira del management dell’innovazione così da stimolare strumenti critici che possono dirigere le tecnologie nelle direzioni più virtuose”.