Per l’Università Giustino Fortunato continua il trend positivo degli iscritti, che sono raddoppiati nei primi mesi dell’anno accademico 2021-2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un dato che è in controtendenza rispetto agli altri atenei campani e meridionali e che emerge dai primi dati dell’anagrafe nazionale degli studenti del Ministero dell’Università e Ricerca. Il quotidiano Il Mattino ha dedicato un focus all’andamento delle nuove iscrizioni all’università, che sono in calo a livello generale (- 3%), ma soprattutto al Sud, con pochi segni positivi, come quelli dell’Unifortunato.
Per quanto riguarda le università campane, in percentuale la perdita maggiore è registrata all’Orientale, ma sono calate le iscrizioni anche all’Università Federico II di Napoli, all’Università di Salerno, all’Università del Sannio e all’Università della Campania Luigi Vanvitelli, mentre le iscrizioni sono aumentate, oltre che all’Unifortunato, anche alla Parthenope e all’Università Suor Orsola Benincasa.
Abbiamo chiesto un commento in merito al nostro rettore, prof. Giuseppe Acocella.
Rettore per il nostro ateneo continua il trend positivo di nuove iscrizioni, come commenta questo dato?
“La pandemia da Covid-19 ha annullato pregiudizi sulle università telematiche, dimostrando che hanno intrapreso una strada che anche le stanziali hanno dovuto imboccare durante la pandemia, per dotarsi della didattica da remoto. Questo ha permesso agli studenti di comprendere che una buona Università come la Giustino Fortunato è equivalente alle altre e hanno scelto noi. Peraltro noi eravamo abituati a questo strumento ed eravamo già attrezzati, mentre gli altri atenei hanno dovuto adeguarsi a uno strumento per loro nuovo. Inoltre, noi abbiamo anche un altro vantaggio, sempre grazie alla strumentazione telematica, riusciamo ad accogliere iscritti da tutto il territorio nazionale. C’è da dire, poi, che in questo periodo stiamo cercando anche di arricchire l’offerta formativa e abbiamo appena avuto il parere positivo della Conferenza regionale dei rettori (CUR) sull’approvazione del corso di laurea in scienze motorie”.
Secondo lei, come mai gli altri atenei meridionali perdono iscritti?
“Il calo degli iscritti alle università meridionali sta preoccupando il sistema universitario da tempo. Purtroppo vi è una grande migrazione degli studenti meridionali verso gli atenei del Nord, nonostante questo fenomeno costi molto alle famiglie. Questo trend si era interrotto con l’arrivo della pandemia, ma adesso la tendenza si sta accentuando nuovamente. I ragazzi del Sud che scelgono gli atenei del Nord lo fanno per le prospettive future. Il problema, infatti, non è la qualità degli atenei meridionali, che non è inferiore rispetto a quella degli atenei del Nord, ma la prospettiva che il territorio offre una volta conclusi gli studi. Laureandosi al Nord, i giovani trovano un ambiente economico e sociale che offre loro maggiori sbocchi e occasioni di trovare lavoro rispetto al territorio meridionale”.
Che cosa bisognerebbe fare per trattenre i giovani studenti nel Mezzogiorno?
Bisognerebbe migliorare l’ambiente economico e sociale. Questi dati mostrano che favorire lo sviluppo del Sud serve anche a far restare i giovani nel Mezzogiorno e di conseguenza a migliorare le energie del Sud.