Per arginare i casi di maltrattamenti negli asili, come i due episodi avvenuti in Lombardia, è cruciale la formazione, “perché in Italia ancora non parte il corso di specializzazione per gli educatori dei nidi, approvato alla fine della scorsa legislatura?“. Lo chiede il pedagogista Luciano Galliani, che coordina i corsi di laurea in Scienze dell’educazione e psicologia all’Università Giustino Fortunato, dove insegna Pedagogia sperimentale e sistemi di valutazione.
I casi specifici andrebbero conosciuti nel dettaglio ma, ha rilevato l’esperto, “in generale si può dire che in Italia c’è un problema di formazione e il corso di specializzazione per gli educatori dei nidi di infanzia da 0 a 3 anni, approvato dal ministro Fedeli prima della fine della legislatura precedente, tentava di risolvere il problema“. Il corso, ha aggiunto il pedagogista, che in passato è stato preside della Facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Padova, “è riservato a coloro che hanno già fatto un percorso di studi in scienze della formazione primaria”. Dovrebbero attivarlo le università, ma, ha proseguito, “per farlo servono accordi con le Regioni perché sono Regioni e Comuni che autorizzano l’apertura degli asili nido e li controllano“. Cruciale è anche “come si autorizzano i nidi e il controllo sulla qualità degli insegnanti, soprattutto di quelli che insegnano negli asili privati”.
Il pedagogista ribadisce che “gli educatori vanno preparati bene per lavorare con i bambini e più un bambino è piccolo più devono essere messi nelle condizioni di saper affrontare questo tipo di lavoro”. Se gli educatori non fanno formazione e i tirocini e quindi non si aggiornano, potrebbero non essere sempre all’altezza della gestione delle classi. Per la scuola dell’infanzia, ha aggiunto, “è dal ’98 che c’è il corso di laurea, ma tuttora abbiamo maestre non laureate in tutto il sistema”.